Storie Maledette, Franca Leosini a Televisionando: ‘Non tradirò mai la Rai’ – Intervista

[didascalia fornitore=”ansa”]Franca Leosini presenta la nuova stagione di Storie Maledette[/didascalia]
Franca Leosini e Storie Maledette tornano su Rai 3 nell’autunno 2017. A dare la notizia dello slittamento del programma è stata la stessa giornalista alcune settimane fa, spiegando che il lavoro certosino per le puntate della nuova stagione di Storie Maledette necessitava di più tempo. I fan della Leosini e della sua trasmissione dovranno quindi attendere ancora qualche mese per scoprire le nuove storie raccontate dalla giornalista. Nell’attesa, però, potranno scoprire da questa intervista i motivi che hanno portato al rinvio.
‘Sto lavorando moltissimo. Pensa che domenica, alle dieci di sera, mi ha telefonato una mia amica e io non mi ero nemmeno accorta di che ora fosse. Non avevo nemmeno mangiato, avevo proprio perso la cognizione del tempo. Ma è giusto che sia così, perché trasmissioni come queste – che sono approfondimenti – necessitano di tutto l’impegno possibile’, esordisce la giornalista, raccontando di quanto sia impegnata in questo periodo per riportare in tv la qualità a cui ci ha abituati in 23 anni di messa in onda.
Ha annunciato lo slittamento della nuova stagione di Storie Maledette dalla pagina Facebook del programma, gettando i suoi fan nello ‘sconforto’. Si meraviglia ancora di tutto questo affetto da parte del suo pubblico?
Mi commuovo sempre per l’affetto del pubblico. Mi gratifica talmente tanto, è il ‘risarcimento’ al tanto lavoro che c’è dietro a ogni puntata di Storie Maledette. Il rinvio ha avuto motivazioni di vario tipo, anche legate al momento non giusto della stagione per mandare in onda storie così impegnative. Poi, c’era anche qualche storia, tra quelle che porterò in onda in autunno, che doveva ancora arrivare alla conclusione. Nonostante ci stessi lavorando da tempo, c’erano degli elementi conclusivi ai quali non potevo sottrarmi, per motivi di verità e di correttezza.
Il pubblico spesso lamenta che le puntate di Storie Maledette siano poche. Lei come replica alla richiesta di più appuntamenti?
Storie Maledette non è solo un’intervista. L’intervista è l’alveo in cui scorre una struttura narrativa, che è oltretutto culturale, ambientale, sociale, giudiziale e umana. Storie Maledette è multitasking, tocca talmente tante note che richiede tantissimo impegno. Per questo le puntate sono necessariamente poche. Il tempo ci vuole, se vuoi fare le cose in un certo modo. Poi ci sono altre trasmissioni che hanno un diverso tipo di approccio, che seguono quotidianamente cosa accade, ma quella diventa cronaca quotidiana. Tutto rispettabilissimo, ma è un altro tipo di lavoro, che consente anche tempi diversi. Inoltre può accadere, come mi è accaduto, che dopo aver lavorato per 3-4 mesi a una storia, l’interlocutore cambi idea e a quel punto ti trovi con una puntata in meno. Succede raramente, ma può succedere.
Le puntate della prossima stagione di Storie Maledette andranno in onda in prima serata, come l’anno scorso, o pensate di tornare alla collocazione in seconda serata?
È una decisione che deve prendere il direttore di rete, non entro in questo. Io devo dire di essere molto affezionata alla seconda serata, è la mia predilezione. Scelgo e decido tante cose, ma non questa. E sono contenta che la mia rete mi lasci molto libera. Come dico spesso, io ad esempio non accetto che vengano mandate le repliche delle mie puntate e il motivo è semplice: la vita dei miei interlocutori, anche di chi ha un ergastolo da scontare, cambia. Anche dietro le sbarre. E tante volte sono io che gliela cambio. Non voglio che siano mandate in onda le repliche, perché io le persone non le uso. Solo due volte ho scelto di rimandare in onda delle puntate: quella di Rosa Della Corte, quando è evasa non rientrando in carcere dopo un permesso premio, e quella della Gucci, quando è uscita dal carcere. Ma in quei casi c’è stato un perché, che ha attualizzato la storia. Diversamente non consento che siano mandate le repliche, e sono grata alla Rai che rispetta la mia scelta.
Il suo pubblico, nella stagione televisiva che si è appena conclusa, l’ha potuta seguire in qualche partecipazione tv. Cosa, tra l’altro, eccezionale per lei, visto che non ama le ‘ospitate’.
Sì, è vero, compaio pochissimo in tv, anche se i colleghi sono affettuosissimi con me e mi invitano sempre. Spesso rifiuto, soprattutto per motivi di rigore: la materia di cui mi occupo, che è una materia dolorosa e drammatica, merita il massimo rispetto possibile. Quindi io mi rifiuto di farne materia di ‘chiacchiera salottiera’. Quest’anno ho fatto qualche strappo alla regola ma, come ha detto Lilli Gruber, a Otto e mezzo ci hanno messo un anno per avermi.
L’abbiamo vista infatti ospite dalla Gruber, dalla Berlinguer a Carta Bianca, all’Arena di Giletti e poi a Le parole della settimana di Massimo Gramellini.
Sì, e sono contente soprattutto del mio intervento a ‘Le parole della settimana’, dove ho portato una parola per me importante: ‘rispetto’. Mi ha chiamato Gramellini qualche giorno fa, per dirmi che da un sondaggio è emerso che tra tutte le puntate, di tutti gli ospiti di tutto l’anno, la parola ‘rispetto’ è risultata vincente e questo mi ha riempito di gioia. Anche perché è una parola semplice, umile, ma è anche il cardine su cui dovrebbe girare l’universo: il rispetto del prossimo, rispetto delle idee degli altri, rispetto dell’ambiente, rispetto della legge, rispetto della salute degli altri, di chi soffre. Io mi accosto alle persone che hanno commesso quasi sempre gesti terribili, pur non essendo professionisti del crimine, con estremo rispetto. E rispetto anche i loro errori, perché io non ho nessun diritto di giudicare. Io cerco solo di capire che cosa abbia cambiato la traiettoria della loro vita.
In questi ultimi mesi si è parlato tantissimo dei problemi vissuti dalla Rai, dalle dimissioni di Campo Dall’Orto all’elezione del nuovo dg, e soprattutto del problema del tetto compensi, per cui molti suoi colleghi hanno minacciato di lasciare l’Azienda. Lei ha mai pensato di portare il suo programma altrove?
A dire il vero ci hanno pensato molto gli altri a voler portare altrove Storie Maledette! Non farò nomi, ma altre emittenti mi hanno contattata ripetutamente e mi hanno chiesto di lasciare la Rai e di andare da loro. Ma io ho sempre rifiutato. A meno che non sia la Rai a tradirmi, io non mi muovo. Sono molto affezionata all’Azienda e poi ripeto una cosa che dico spesso: ‘Rai 3 non è una rete, è uno stato d’animo’. E io a questo stato d’animo sono molto legata. Detto questo, mi auguro che Orfeo, che è un grandissimo professionista, riesca a fare bene come ha fatto bene in tutte le direzioni che fino ad ora ha assunto. Lo sperano tutti quelli che lavorano in questa Azienda e che la amano.