Al Bano a Televisionando: ‘L’esclusione da Sanremo? Fa parte del gioco’ [INTERVISTA]

Al Bano a Televisionando: ‘L’esclusione da Sanremo? Fa parte del gioco’ [INTERVISTA]

Televisionando intervista Al Bano, uno dei grandi nomi eliminati dal Festival di Sanremo 2017. ‘E’ una gara e io accetto qualsiasi tipo di avvenimento’: queste le parole di Al Bano alla nostra richiesta di bilancio circa l’esclusione che tanto ha fatto discutere. Cinquant’anni di carriera, milioni di dischi venduti, quindici partecipazioni al Festival di Sanremo: un background forte, che non necessita di presentazioni. Nonostante l’eliminazione, però, il cantante di Cellino non demorde e continua a credere nella forza della sua Di rose e di spine : ‘Sono cosciente di aver portato una canzone bellissima, purtroppo un po’ difficile’.

Partiamo subito da un bilancio sul Festival di Sanremo 2017.
Sto benissimo, mi sono anche divertito. Il bilancio è positivo. Ho ricevuto un bel messaggio da parte di Antonio Ricci: la narrazione è molto più importante di una esclusione. La mia esclusione ha creato grande interesse. Ha sorpreso prima me e poi tutti gli altri, ma quando c’è una gara puoi vincere, piazzarti a metà classifica o puoi rischiare anche l’esclusione: fa parte del gioco e io accetto qualsiasi tipo di avvenimento, condiviso o non condiviso.

Cosa non è arrivato?
Sono cosciente di aver portato una canzone bellissima, purtroppo un po’ difficile. Il purtroppo lo metto tra virgolette: non a tutti la musica arriva a primo acchito. Una canzone come Felicità arriva subito, per questa ci vuole un po’ più di meditazione, ma arriva. E’ di una bellezza unica.

Il testo di ‘Di rose e di spine’ contiene un messaggio d’amore universale.
Ho voluto raccontare l’amore perché ci credo ed è il motore più importante. Senza amore siamo come una macchina senza benzina: non vai da nessuna parte.

Ha avuto modo di parlare con Carlo Conti?
Sì, ci siamo incontrati a Porta a Porta. Ho accettato il verdetto come fosse acqua dal cielo: sai che prima o poi deve piovere e ha piovuto. Non per diplomazia, ma, volendo usare l’arma dell’ironia, vorrei sottolineare questo: a Sanremo ho provato le grandi vittorie, le esclusioni, i secondi e terzi posti, sono stato ospite, ho vinto la serata delle cover; cosa voglio di più? E’ come quando visiti un museo: lo devi visitare tutto per capire che cosa c’è; ho visitato ancora solo una buona parte ma non tutto, questo vuol dire che ci ritornerò perché è un elemento che mi diverte.

Nel 2015 è stato ospite, nel 2017 in gara. Nel 2018 Albano Carrisi ritorna al Festival di Sanremo?
Sì, ritorno. Lo vedo come il campionato di calcio. Ci sono il Milan, la Juventus, il Napoli… Ci sono annate sì e annate ni, l’importante è che ci sia sempre il gioco, l’essenza, in questo caso, di un Festival. Crei sempre interesse e, soprattutto, Sanremo mi diverte.

Nelle clip introduttive mostrate durante le serate, ha detto: ‘Non conosco alcuni dei cantanti in gara, però è colpa mia’.
E’ colpa mia. Girando tutto il mondo, non ho tempo di seguire. Negli anni ’70 ho perso tantissime canzoni perché ero sempre in Spagna e non riuscivo a seguire il mercato italiano. Succede che anche quest’anno tanti personaggi li ho scoperti a Sanremo, ma è un peccato.

Sono trascorsi esattamente cinquant’anni dal primo grande successo, ‘Nel Sole’. Sono tanti.
Cinquant’anni dal primo grandissimo successo e, grazie a Dio, tutto funziona come cinquant’anni fa, forse anche di più.

A Sanremo c’era anche Cristel in qualità di inviata per Domenica Live. E’ stato un Festival diverso dagli altri?
Mia figlia ha trent’anni, le hanno proposto questa cosa e si è divertita. E’ meglio sapere che c’è una figlia che lavora piuttosto che ci sia una figlia che fa altre strade.

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Quindi Al Bano torna in gara a Sanremo 2018?
No, ho detto semplicemente che ritornerò, ma non ho deciso quando. Normalmente lo faccio ogni due o tre anni. Mi rendo conto che avendo 73 anni forse è meglio farlo l’anno prossimo e non l’altro ancora, ma ovviamente l’età è soltanto un riferimento anagrafico: gli anni bisogna sentirseli addosso e questi 73 anni li vedo riflessi nello specchio.

Se potesse racchiudere le sessantasette edizioni del Festival di Sanremo in una canzone, quale sarebbe?
Sono tutti importanti, tutti hanno lasciato il segno. Sanremo significa anche la storia della musica leggera italiana, non dico la più importante, ma sicuramente la più conosciuta e amata nel mondo. Sanremo è un contenitore di tante emozioni del popolo italiano e non solo. Le più belle canzoni conosciute nel mondo sono nate a Sanremo. Cantanti come Vasco Rossi, Eros Ramazzotti, Laura Pausini sono tutti nati a Sanremo. Ricordo la rinascita di Morandi a Sanremo, anno 1987, con Si può dare di più. Non vedo perché si denigri il Festival, che ha fatto di male? Ha semplicemente dato lustro alla canzone italiana. Ci ha aiutato a cantare e le canzoni te le porti addosso, le canti, le ascolti, ricevi emozioni. Sanremo è tutto questo: va rispettato perché è un punto di riferimento eccezionale, come il Duomo di Milano, Sanremo è il duomo della musica leggera in Italia e nel mondo.

Consiglierebbe Sanremo anche a quei colleghi, talvolta più giovani, che non salgono su quel palco o, al massimo, ci tornano come ospiti?
Non vedono l’ora di affrontarlo! Quest’anno mi sono reso conto di quanti personaggi che provengono dai talent, da Amici, sono stati votati e stavano tutti lì, perché Sanremo è Sanremo.