Ultimo affonda un programma famosissimo di Canale5: “Non mi hanno mai preso”

Amici e altri talent show nel mirino di Ultimo: “Le mie canzoni piacevano”
Il cantante, intervistato dal Corriere della Sera, si è lasciato andare a una lunga serie di confessioni nel ripercorrere tutta la sua carriera a partire dall’infanzia. Ricordando gli inizi, Ultimo ha parlato di quelli che potremmo chiamare dei ‘fallimenti’, anche se non è un termine che gli renderebbe giustizia. E’ più giusto, forse, parlare dei rifiuti che, col senno di poi, sono risultati clamorosi visto che ha riempito stadi e palchi importanti come San Siro o il Circo Massimo. Parlando di quei rifiuti, non ha risparmiato una sonora stoccata anche a programmi come Amici: “Mi sono presentato tre volte ad Amici, due volte a X Factor, due volte a Sanremo giovani, al tempo di Carlo Conti, e non mi hanno mai preso…Doveva andare così. Eppure cantavo le canzoni che poi sono piaciute a migliaia di ragazzi: Sogni appesi, Giusy, Piccola stella”
I ricordi dell’infanzia e l’amore per la città di Roma: confessione a cuore aperto di Ultimo
In attesa che esca su Prime Video il docu-film ‘Vivo coi sogni appesi’ dedicato proprio a Ultimo, il cantante ha parlato come detto anche della sua infanzia. Il primo ricordo che gli viene in mente è la vittoria dello scudetto della Roma nel 2001, quando aveva solo 5 anni e il papà gli portò una zolla del prato dello stadio Olimpico, che ospitò la celebrazione dell’ambito traguardo dei giallorossi. Proprio Roma è un luogo cardine della sua vita personale e artistica, visto che la Capitale lo ha sia visto crescere che affermarsi, e tutt’oggi continua a frequentare assiduamente San Basilio, il quartiere in cui è cresciuto (al punto che il parchetto in cui passava tante giornate su Google è associato proprio a lui).
Ultimo spiega l’origine del suo nome: stava per sceglierne un altro
Perché abbia scelto questo nome d’arte non è più un mistero, ma al cantante nel tempo è stato chiesto tantissime volte come mai abbia deciso di identificarsi con ‘Ultimo’. Con gli amici del parchetto di San Basilio, però, aveva un gruppo chiamato Led Miserables (dal romanzo di Victor Hugo) e ancora oggi la chat whatsapp di gruppo preserva questo nome, tant’è che agli inizi pensava di chiamarsi Miserabile invece che Ultimo, ma non gli suonò benissimo. Il nome scelto, invece, sembrava contenere un biglietto da visita perfetto e anche un bel modo di riscrivere la propria storia personale.
A proposito delle prime esibizioni, ne ha ricordata una in particolare al mercato in cui c’erano in totale solo quindici sedie e solo una signora del posto e due ragazzi di passaggio insieme agli amici ad assisterlo. Suonare per così poche persone, ha raccontato, è molto più difficile che suonare per uno stadio (per fortuna è riuscito a farle entrambe).