Mare Fuori 3, dolore di Giacomo Giorgio: “Cosa è accaduto quando sono morto”

Retroscena inedito di Giacomo Giorgio: “E’ venuto fuori qualcosa che non era scritto”
Tra i personaggi che contribuiscono e hanno contribuito al successo di Mare Fuori vi è indubbiamente Ciro Ricci, spietato figlio del boss don Salvatore e boss dell’IPM fino a che non è stato ucciso. A parlare del suo personaggio è stato Giacomo Giorgio a Fanpage, raccontando alcuni retroscena inediti su Ciro e su ciò che insieme ai registi e agli sceneggiatori hanno voluto tirare fuori da una figura così complessa: “Forse Ciro è il più fragile di tutti, lo fa per suo padre e durante la scena della morte è venuto fuori qualcosa che non era scritto, previsto, ovvero non voglio morire. È in balia di un qualcosa che non conosce, quando si trova di fronte alla morte torna bambino, ha paura e vuole suo padre, vuole essere protetto”.
Ciro Ricci amato, Viola no: perchè il male non è visto allo stesso modo? Parla Giacomo Giorgio
Durante l’intervista è stato chiesto all’attore di Mare Fuori 3 come mai Viola e Ciro, due personaggi complementari e che interagiscono anche nella serie, siano così diversi agli occhi del pubblico. La detenuta dell’IPM è infatti piuttosto odiata nonostante sia cattiva e spietata quanto Ciro, al contrario tra i personaggi più amati. Secondo l’attore la reale differenza sta nelle storie dei due personaggi ma anche nel fatto che Viola ha dei problemi mentali e dunque sia caratterizzata in modo diverso.
Mare Fuori è la copia teen di Gomorra? L’attore non ci sta e replica duramente
Nonostante l’enorme successo della fiction italiana, che sta spopolando anche all’estero, molti ritengono che sia un qualcosa di già visto e che abbia preso a piene mani da Gomorra, fiction molto famosa. Giacomo Giorgio, però, non si è detto assolutamente d’accordo col paragone e ha cercato di spiegare quali sono le differenze secondo lui. Se da un lato, infatti, Gomorra è semplicemente il racconto di un male assoluto che non ha inizio e non ha una fine, mentre Mare Fuori non si propone come apologia del male, anzi.
Uno degli snodi più importanti della serie è il continuo parallelismo tra ogni detenuto dell’IPM e gli adulti di riferimento: ogni personaggio è infatti diventato ciò che è perchè un adulto, che sia un genitore come nel caso di Ciro o qualcun altro, ha contribuito a quel processo che lo ha portato a sbagliare. Per Giacomo si tratta anche di una metafora di ciò che accade con lo stato, il che rende ai suoi occhi la fiction interessante anche da un punto di vista politico.